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Attività infermieristica: il tempo di vestizione-svestizione va retribuito?

Attività infermieristica: nel silenzio della contrattazione collettiva, il tempo di vestizione-svestizione dà diritto alla retribuzione al di là del rapporto sinallagmatico, trattandosi di obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene.

La questione era giunta all’attenzione della Corte di Cassazione sulla scorta del ricorso di quattro infermieri, che si dolevano di quanto deciso dai giudici di merito in relazione al pagamento dello straordinario in loro favore. In particolare, gli istanti avevano domandato la condanna dell’Ausl al pagamento del compenso a titolo di indennità, appunto, per lavoro straordinario, per il tempo occorrente per la vestizione, anticipato di quindici minuti rispetto all’inizio del turno, e per il passaggio di consegne al personale del turno montante al termine dello stesso.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva confermato quanto deciso dal giudice di primo sulla scorta dell’assunto per il quale, nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato, le prestazioni di lavoro straordinario per le quali si chiede il relativo compenso, devono essere preventivamente autorizzate, autorizzazione che, nel caso di specie, mancava, mancando del pari anche una regolamentazione dei tempi di vestizione del personale.

I ricorrenti impugnavano dunque la sentenza di secondo grado, dolendosi non solo del fatto che il giudice non avrebbe correttamente valutato il valore del “tempo divisa” nell’economia della prestazione degli infermieri, consistente in una modalità costante di anticipo e di ritardo rispetto all’orario ordinario finalizzata ad indossare e a dismettere la divisa fornita dall’ospedale, ma anche del non aver considerato che l’appropriazione, da parte della struttura ospedaliera, del lavoro prestato oltre l’orario normale, avrebbe dovuto far ritenere lo stesso implicitamente autorizzato, atteso che, nella prassi i tempi per la vestizione e la svestizione sono dettati da un obbligo organizzativo scaturente da ragioni prettamente aziendali e non già dalla libera scelta dei dipendenti.

Orbene, gli ermellini, nell’accogliere il ricorso, hanno invero ricordato che già da tempo nella giurisprudenza di legittimità viene affermato che, in materia di orario di lavoro nell’ambito dell’attività infermieristica, nel silenzio della contrattazione collettiva il tempo di vestizione-svestizione dà diritto alla retribuzione al di là del rapporto sinallagmatico, trattandosi di obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene, riguardanti sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto.

Cass., 11 febbraio 2019, n. 3901

Redazione A-I.it Avvocati Associati in Italia

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One Comment on “

radiologia
6 Marzo 2019 a 14:46

Si può imporre la divisa ad una partita iva?
Visto che la sanità privata è piena di false partite iva (infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia ecc)e che le cliniche private stilano contratti come se fossi un libero professionista, un imprenditore, autonomo, ma in realtà poi ti obbligano a turni, orari e prestazioni decise da loro, mi chiedo se possono anche obbligare la partita iva ad indossare una divisa, oppure questo può essere un indice di subordinazione, quindi di falsa partita iva! Grazie

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